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Problematiche adolescenziali


L’adolescenza è un periodo molto delicato dello sviluppo, in quanto segna un importante, e al tempo stesso, difficile cambiamento, sia per i genitori che per i figli. Il cambiamento è una fase che fa parte del ciclo di vita di ogni essere umano e porta con sé un momento critico di passaggio. 

Perché si parla di fase problematica?

La complessità di questa fase è data dal fatto che il cambiamento coinvolge più ambiti della vita: fisico, ormonale, estetico, psicologico, sociale e relazionale. È quindi molto facile che l’adolescente, si possa sentire disorientato, a causa di tutti questi cambiamenti, essendo anche nella fase in cui cerca e costruisce la propria identità. Siamo difronte ad un vero e proprio evento fortemente stressante e a tratti traumatico, che richiede dunque una grande capacità di adattamento.  L’adolescente mette in discussione la propria identità proprio per poterla definire e maturare.

Quali sono le caratteristiche del cambiamento?

È un processo faticoso, non lineare, ma necessario per la crescita, che passa attraverso la ribellione, la sfida all’autorità, l’allontanamento dai genitori, la trasgressione delle regole, ricercando regole e confini che l’adolescente possa sentire più vicini a sé e ai suoi mutamenti. È proprio la ribellione sana e necessaria, che accompagna un processo di autoaffermazione e differenziazione dai genitori. Possiamo considerare tutto questo fisiologico e comprensibile, non c’è nulla di preoccupante o patologico.

Quando bisogna chiedere un aiuto professionale?

Quando l’adolescente non riesce ad affrontare questa fase di cambiamento, fa fatica ad adattarsi e mette in atto comportamenti problematici. E quando usa strategie di fronteggiamento, che sono disfunzionali e che non lo aiutano ad adattarsi, ma anzi, favoriscono l’insorgenza di alcune problematiche, tra quelle più diffuse:

  • autolesionismo;
  • abuso di sostanze;
  • sviluppo di Dipendenza da internet e dalla tecnologia;
  • ritiro sociale;
  • Disturbi alimentari (come Bulimia, Anoressia, Binge Eating);
  • Disturbi d’ansia e sbalzi d’umore
  • Dispersione scolastica e scarso rendimento

Quali sono i segnali d’allarme ai quali prestare attenzione?

  • Il rendimento scolastico;
  • manifestazione di una forte apatia, e demotivazione nei confronti sia delle attività abituali che di quelle nuove;
  • cambiamenti nel tono dell’umore, se particolarmente e spesso irritabile/triste;
  • un evidente isolamento sociale e ritiro dalle relazioni;
  • difficoltà nella gestione delle proprie emozioni;
  • manifestazione di un forte disagio.

Come intervenire?

Chiedere l’aiuto di un professionista in uno di questi, o in altri casi, potrebbe essere la scelta più saggia e utile per affrontare questa fase così importante e delicata, col giusto supporto, sia per l’adolescente che per i genitori.

Le sedute di terapia, svolte da uno Psicologo/Psicoterapeuta esperto, consistono in incontri con l’adolescente della durata di 50/60 minuti. Si parte dalla motivazione che ha spinto la famiglia e/o il minore a richiedere un aiuto, per poi individuare le diverse criticità e problemi presenti. Il terapeuta dopo aver raccolto le informazioni principali stabilisce modalità e tempi del percorso terapeutico. Nella maggior parte dei casi, le sedute si tengono una volta alla settimana per poi ridurre via via la cadenza degli incontri. In merito alla durata del percorso, ovviamente è variabile, e va valutato nel caso specifico. Oltre alle sedute con l’adolescente, sono previsti anche incontri familiari.


Dr.ssa Josephine Calefati
Psicologa Psicoterapeuta a Fasano (BR)


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